Il Mercato Unico Digitale Europeo
Costruire un’Unione Europea richiede anche di condividere norme e modelli di funzionamento omogenei. Per farlo, la sfida è quella di superare, su alcuni specifici fronti, tutti quei “localismi” che nel tempo ogni Paese ha sviluppato, dettando autonomamente le proprie regole. Oltre che definire quadri normativi diversi, per quanto affini in quanto ispirati allo stesso ragionevole “buon senso”, ogni Paese Europeo ha costruito nel tempo e nelle proprie vicissitudini anche “prassi” e abitudini che ormai rappresentano momenti di storia, tradizioni, esperienze e “usanze”, che superano le abitudini e diventano elementi di “cultura”, veri e propri punti di riferimento che hanno finito col superare i confini delle abitudini e hanno tracciato percorsi nelle scale di valori del controllo sociale, nelle dinamiche delle relazioni professionali e personali, nelle buone pratiche che vengono tramandate.
Tra i vari fronti su cui lavorare, un contesto particolarmente rilevante è quello del progetto orientato alla creazione di un Mercato Unico Digitale Europeo: un insieme di regole e strumenti che devono portare omogeneità di comportamento e trattamento nelle transazioni commerciali di tutti i Paesi Europei, siano esse tra imprese (B2B), verso l’Amministrazione Pubblica (B2G) oppure verso il consumatore finale (B2C).
La rilevanza dell’IVA (e il progetto VIDA)
In Europa, il principale cardine attorno al quale ruotano le regole che ogni Paese si è dato per gestire le transazioni commerciali e che unisce e divide al contempo, è quello dell’imposta sul valore aggiunto (IVA oppure VAT, come da popolare dicitura anglosassone – anche semplicemente nel nome di questa tassa, il giro d’Europa si fa caratteristico: si chiama IVA in Italia, Spagna, Portogallo, MOMS in Danimarca e Svezia, MwSt o USt in Germania, TVA in Francia e Romania…). L’imposta sul valore aggiunto è fondamentale per qualsiasi Paese l’abbia introdotta (negli USA come in molti Paesi asiatici, per esempio, non esiste così come la conosciamo in Europa, anche se è presente qualcosa di analogo). Il potere dell’IVA è infatti non trascurabile, in quanto “riempie e tiene riempite” le casse dei Paesi. Tuttavia, ogni paese Europeo ha sviluppato negli anni le proprie aliquote, le proprie tempistiche e modalità di calcolo e riscossione.
Per fare un lavoro di omogeneizzazione su questa importante imposta, è nato in Europa il progetto VIDA, che sta per VAT In Digital Age. Si tratta di un'iniziativa della Commissione Europea per modernizzare il sistema dell'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) in tutta Europa, leggendolo in ottica il più possibile “nativamente digitale”. L'obiettivo principale è sfruttare la crescente digitalizzazione dell'economia per migliorare la raccolta dell'IVA, riducendo allo stesso tempo il rischio di frodi fiscali e mirando a semplificare gli obblighi per tutte le imprese. Due importanti capisaldi di questo percorso sono la creazione di rapporti IVA in tempo reale e la Fatturazione Elettronica in tutta Europa.
VIDA sostiene e promuove i sistemi di rendicontazione elettronica (DRR – Digital Reporting Requirements, cioè reportistica fiscale, analoga all’esterometro di italica memoria, per capirci), che richiede alle imprese di inviare, entro determinate scadenze, le informazioni fiscali alle autorità competenti. Questo sistema ha l’intento di monitorare le transazioni commerciali in modo efficace e tempestivo. A noi italiani, questo approccio può sembrare quasi anacronistico: abituati come siamo alla Fatturazione Elettronica in formato strutturato (attualmente la Fatturazione Elettronica è una realtà diffusa e consolidata soprattutto in Italia, dove è presente dal 2019) e ai suoi impatti, di solito ci mostriamo poco sensibili alle “trasmissioni dei dati fiscali”. Tuttavia, a oggi la Fatturazione Elettronica non è certamente presente in ogni Paese Europeo, e per molti anni ancora potrebbe in qualche Paese non avere neanche un formato strutturato: questo spiega l’enfasi Europea sulla reportistica.
Le iniziative di Fatturazione Elettronica in Europa
Attualmente, molti Paesi stanno comunque iniziando a definire le loro “roadmap” di adozione della Fatturazione Elettronica, introducendo una certa eterogeneità di approccio e creando un vero e proprio “fermento” su questa famiglia di servizi digitali. La Fatturazione Elettronica Europea, infatti, non prevede un unico modello applicativo definito centralmente, ma si sviluppa con progetti diversi, ciascuno orientato a diffondere e favorire lo scambio di dati in formato elettronico e strutturato adottando (i) differenti tracciati e standard, (ii) diverse modalità di invio/ricezione del documento e (iii) diverse tempistiche di adozione: percorsi distinti ma non inspiegabili, in quanto riflettono l’attuale disomogeneo quadro normativo di riferimento.
Poco male, in fondo: è sempre stato più complesso passare da processi cartacei a processi digitali piuttosto che rendere tra loro interoperabili (compatibili e integrabili) modelli digitali diversi, comunque fondati su alcune condivise basi comuni (va detto che i dati necessari/indispensabili per motivi fiscali e i tracciati di riferimento per le Pubbliche Amministrazioni europee sono stati già da tempo definiti). Di seguito, si riportano alcune delle scadenze attualmente note in merito alle iniziative di Fatturazione Elettronica B2B obbligatoria in Europa.
Info aggiornate a inizio settembre 2024
- POLONIA
- Febbraio 2026: obbligo di FE B2B per le aziende con vendite maggiori a 200 milioni PLN (46 milioni euro)
- Aprile 2026: obbligo di FE per tutte le aziende
- Gennaio 2030: entrata in vigore della Fatturazione Elettronica Europea nei formati EN 16931 o pienamente interoperabili (per l'Italia 2035)
- GERMANIA
- Gennaio 2025: tutte le aziende devono poter ricevere fatture elettroniche nei formati previsti da EN16931, ma si possono ancora emettere Fatture in formati non strutturati
- Gennaio 2027: obbligo per chi ha fatturato nell'anno precedente > EUR 800.000
- Gennaio 2028: obbligo per tutti
- FRANCIA
- Settembre 2026: obbligo per tutti di ricevere e per le grandi/medie aziende di emettere
- Settembre 2027: obbligo di emissione anche per le piccole e micro imprese
- BELGIO
- Gennaio 2026: obbligo di FE B2B per tutti a partire dal 2026
- Gennaio 2026: obbligo di FE B2B per tutti a partire dal 2026
- CROAZIA
- Gennaio 2026: ipotesi di inizio con la FE
In prospettiva, VIDA ha proposto anche un percorso convergente, che traguarda un orizzonte apparentemente lontano ma ambizioso: entro il 2030 (al massimo il 2035 per l’Italia, che è partita prima e ha già fatto investimenti da ammortizzare) i modelli di Fatturazione Elettronica dovrebbero convergere verso una decisa interoperabilità basata sulla conformità piena (o ricostruibile) con i tracciati Europei (già definiti dal Comitato Europeo di Normazione nella Norma Europea EN 16931: i tracciati UBL e il CII).
Interoperabilità semplice e diffusa
Sempre in prospettiva (e una volta a regime), va rimarcato che, effettuati tutti i cambiamenti necessari, adottare un modello di Fatturazione Elettronica piuttosto che un altro (a seconda del Paese dell’azienda verso cui si vorrà emettere Fattura) dovrebbe risultare francamente quasi indifferente per ogni impresa Europea.
Per consentire alle imprese di gestire al meglio il necessario transitorio, che in diversi anni e con diverse regole vedrà passare dagli attuali numerosi formati destrutturati al mondo delle Fatture Elettroniche strutturate, Tesisquare ha scelto di costruire una piattaforma flessibile di integrazione, la B2B IPAAS “TESI EXTENDED INTEGRATION”. Grazie a questo approccio, ogni azienda può connettersi a un unico punto di contatto, dal quale, nella garanzia della massima compliance verso qualsiasi cliente e/o fornitore in Europa (e non solo), è possibile - e lo sarà stabilmente nel tempo - emettere e ricevere Fatture in formato elettronico e strutturato, oltretutto in modo pienamente integrato con i propri sistemi gestionali. L’esperienza dietro a questa scelta deriva sia dai molteplici flussi EDI gestiti in diversi anni in tutto il mondo da Tesisquare, sia dall’attenzione alle esigenze dei propri clienti nel loro percorso di adozione della Fatturazione Elettronica.
In Italia, per esempio, Tesisquare gestisce da tempo centinaia di milioni di Fatture ogni anno, sia producendole, sia integrandole e portandole nei sistemi dei clienti, sia rendendole disponibili su portali; inoltre, queste fatture è anche possibile conservarle in modalità digitale, nella forma e per tutti gli anni previsti dalla normativa in vigore.